Era iniziata bene la giornata con destinazione Vivo D’orcia, uno dei tanti piccoli paesi della Valdorcia da amare, con i suoi sentieri e le sue cascate, la sagra del fungo porcino e i suoi castagni. Alle 8.00 nella piazzetta principale c’erano solo pochi intimi, poi ha iniziato a riempirsi di podisti e ad animarsi in poco tempo, qualche scambio di battute, chi chiedeva come era il percorso, chi si rilassava all’ombra, chi si scaldava, chi frugava fra i volantini per scoprire magari qualche nuova gara, totalmente in perfetta armonia. La partenza si è avuta in perfetto orario, con il sole ancora seminascosto e con la consapevolezza che il bosco avrebbe garantito una quantità d’ombra sufficiente per stare al fresco. Mi sono incamminato in senso contrario alla corsa per trovare un posto dove poter scattare le foto e mi sono messo ad aspettare l’arrivo dei primi podisti, ma, passata quasi un’ora, ho iniziato a preoccuparmi e a pensare che potesse essere successo qualcosa: in effetti su un percorso di 11 km – anche se come detto dai concorrenti c’erano delle belle salite – un’ora di corsa era un po’ troppo; poi incredibilmente ho visto arrivare Daniela Furlani e mi sono detto: “va bene che va forte, ma così non avrei mai pensato” . Via via sono arrivati tutti gli altri, chi più, chi meno arrabbiato per il percorso, poco segnalato, ma sono stati numerosi i commenti della bellezza dello stesso e, anche se i passeggiatori hanno fatto 11 km come i podisti, prendiamo il tutto come una bella scampagnata e diamo la possibilità a chi ha sbagliato di riscattarsi il prossimo anno.